Il nonno paterno, Vincenzo De Giulio arriva a Venezia nel 1902 per prestare servizio militare nel corpo della marina Militare. Al termine, rientra a Brindisi, si sposa e ritorna a Venezia dove nel 1904 assieme alla sposa Francesca apre la sua piccola Osteria a S.Samuele, e la denominarono “Bacareto” (diminutivo di bacaro, nome del vitigno Pugliese). Emilio De Giulio e Anna Trevisan nel 1971 rilevano, a pochi passi da quella che fu dei nonni, l'Osteria e riproposero la denominazione originaria “Bacareto“. Alla gestione si affiancarono Eliana, sorella di Emilio e il marito Meme. Da allora sono passati 47 anni, oggi la famiglia De Giulio, Emilio e Anna insieme ai figli Adriano Alberto e Federico proseguono la gestione con immutata passione e lo spirito che è tipico dell'osteria. La cucina continua a riproporre i piatti di sempre, al fine di mantenere e conservare la tipica cucina veneziana, alla quale siamo profondamente legati.
Agli anagrafici n° 646 e 649 del sestiere di S.Polo, vi era il “Bacaro Grando“. “In questo locale nel 1869 a merito di un vecchio barcaiolo, si principiava nominare Bacaro“, il vino meridionale, e in seguito, il locale dove tale vino veniva venduto.
Oggi, il vino Bacaro non esiste più. Quel vino veniva chiamato anche “Vin Foresto“, data la sua provenienza, da terre lontane, la Puglia.
Vino molto corposo con una gradazione alcolica molto alta, aveva mediamente dai 14° ai 16° gradi, arrivava a Venezia via mare e veniva distribuito in botti.
Per Osterie oggi si intende anche i Bacari, un tempo nei Bacari si beveva soltanto vino accompagnato da pochi cicchetti.
Storia e tradizione vuole che per i veneziani l'andar per Bacari fosse uno “sport“ assai praticato.
Oggi i pochi veneziani rimasti sono stati sostituiti dai molti turisti che apprezzano l'andar per bacari per bere, non solo vino, ma anche degustare i cicchetti veneziani che, oggi, assomigliano più a brushette assortite che non a quelli tradizionali.
Il cicchetto “vero“, era un semplice mezzo Uovo con una Cipollina o un'Acciuga, Polpette, (carne assemblata con patate e uova), la Spienza (milza), il Saguetto, (sangue di maiale), il Baccalà fritto, le frittatine o una semplice patatina novella condita con olio e prezzemolo, cicchetti che oggi difficilmente troviamo.
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